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DIARIO DI TERZA

“Ogni frutto
stringe il seme come giurando.
Cadendo giura e in forma di radice risponde
alla terra che chiama. Alla terra che canta
la promessa infinita. C’è solo vita
niente altro. Solo vita.”

Mariangela Gualtieri

DIARIO DI TERZA

La terza classe è in cammino: sta pian piano lasciando dietro a sé la casa dorata dell’infanzia e si inoltra nello stretto, a volte oscuro, sentiero del divenire uomini, abitanti di questa terra.
E dal piano di studi è la terra stessa che gli viene incontro e si presenta davanti al loro sguardo nuovo affinché possano cominciare a Conoscerla. Non ancora a determinarne le leggi certo, ma ad osservare, distinguere, descrivere…un po’ come fece il primo uomo di fronte al creato.
Come Adam, allontanato dall’Eden e precipitato sulla terra, anche il bambino di nove anni può imparare a mettersi in relazione con lei attraverso le proprie mani.
Mettere radici su questa terra affinché fruttifichi.
Ecco che la nostra terza classe ha inaugurato il suo anno con la vendemmia, la pigiatura dell’uva e un brindisi di succo.
Poco dopo ha guadagnato la cima del Baldo per poi affrontare una notte nel bosco e scoprire l’importanza del fuoco che scalda, che cuoce, che illumina e conforta. Il fuoco che per essere acceso chiede venga raccolta la giusta legna e per essere mantenuto chiede costanza e attenzione.
Ha lavorato duramente per preparare un orto seguendo la sapienza del papà agricoltore Lorenzo e supportata dalla forza e dalla precisione dei nostri amici di ottava.
Con la fine di ottobre si è dedicata alla raccolta delle olive, per poi affidarle a nonno Nazzareno che le porterà al frantoio…
e intanto il cielo si fa grigio e umido: l’autunno avanza!
Giunge novembre e l’estate di San Martino squarcia il velo riportandoci il sole: la terza classe è pronta a seminare il grano.
Cà Magre ci dona un campicello e i bimbi, seguendo meticolosamente le indicazioni di Lorenzo, seminano con devozione i piccoli chicchi dorati nella terra scura, ricoprendoli poi fino a farli sparire.
Una luce nel buio….un po’ come le lanterne che illuminano la notte e coltivano la speranza, nutrono l’attesa, come carezze leniscono il dolore e infondono coraggio.
Perché tornerà primavera, la lunga notte cederà il passo al risorgere del sole.
Le spighe matureranno, così come noi.

 


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