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Il pane è già un mondo

"L´universo comincia con il pane" scrive Diogene Laerzio tramandando un detto antico di Pitagora. E infatti nel pane troviamo iquattro elementi che sono alla base dell´Universo: la terra che dà il frumento; l´aria per la lievitazione; l´acqua per impastare; il fuoco per la sua trasformazione, per la cottura.
Pensiamo al significato reale e simbolico del fare il pane: il prepararlo in famiglia che diventa comunità, il suo farsi cum panis, compagni che condividono il pane; il tempo dell´attesa, della pazienza, quello che serve al lievito per farlo gonfiare; un tempo lento perché come dice Rilke il poeta "Siamo sempre sospinti./ Ma il passo del tempo,/non è che un´inezia... // Ogni cosa che s´affretta/sarà presto trascorsa;/solo quel che rimane/ci inizia al sacro".
Ricordare che, mentre una parte di mondo lo consuma e lo spreca nell´abbondanza, ci sono milioni di persone che si muovono dalla fame verso il pane poiché non siamo ancora capaci di far muovere il pane verso la fame. Come dice Enzo Bianchi, il pane o è nostro, condiviso, oppure cessa di essere pane.
Proviamo insieme a mescolare le nostre farine, i nostri racconti, quello che siamo, in modo naturale e semplice, ognuno con il suo tempo e il suo spazio. Proviamo a sentirci a casa.
Così quest´anno ogni venerdì, a turno, una famiglia del nostro asilo porta a casa la nostra pasta madre. La domenica prepara l´impasto e il lunedì lo riporta all´asilo, dove viene ancora lavorato dai bambini e poi cotto nel nostro forno. La grande pagnotta verrà condivisa durante la settimana per le merende.
Tutti i nostri sensi sono coinvolti.
L´impasto è morbido, liscio, fresco e appiccicoso; la farina è leggera, impalpabile, bianca. Ci sono l´olio e il sale; isemini di sesamo, girasole, zucca. Alcuni li mettiamo nel pane, altri, molti, li mangiamo!
C´è un ritmo nel muovere le mani: premere, lasciare; schiacciare e battere; conformare, tagliare, separare, ri-unire.
C´è gioia e allegria, c´è canto e respiro.
La pagnotta è ruvida, calda, profumata e tanto buona.
Nostra, condivisa, quotidiana.
m. Ilaria