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La Musica Nella Pedagogia Waldorf


L’insegnamento della musica è fondamentale e fondante nel percorso di studi 
della pedagogia Waldorf. Essa vive e sottende tutto l’insegnamento delle materie e forma fin nella profondità l’animo dei fanciulli.

Nei primi tre anni di scuola si esplorano i caratteri dei suoni. I bambini non hanno da concentrarsi sulle caratteristiche musicali, ancora poco familiari alla loro esperienza, come le scale musicali o la tonalità maggiore o minore. Sono questi elementi che essi potranno avvicinare in un secondo momento quando la loro vita interiore andrà differenziandosi maggiormente. Ora invece ciò che il piano di studi Waldorf gli porta incontro è l’elemento pentatonico, o meglio l’atmosfera dell’intervallo di quinta, in modo che toni e spazi musicali vengano sperimentati liberamente. Il flauto di legno o la lira consentono loro di suonare la melodia delle canzoni che hanno imparato. Un po’ come nell’apprendimento della scrittura: all’inizio i bambini scrivono ciò che conoscono già a memoria. Si dedica poi molta attenzione soprattutto ad apprendere l’ascolto, esercitandolo con il maestro che dapprima canta solo e poi va imitato cantando con lui. L’ascolto sappiamo essere un elemento fondamentale nell’educazione, soprattutto oggi, in cui la molteplicità di stimoli e richiami ci fanno udire tutto, ma raramente fermarci ad ascoltare davvero. L’ascoltare, in termini più ampi, nella vita adulta, potrà espandersi all’ ascoltare l’altro e, ancor più sottilmente, l’interiorità dell’altro. 

In classe III si passa ad approcciare aspetti più teorici familiarizzando con una prima notazione musicale. Viene anche introdotta la tonalità minore che si accorda bene con il momento interiore che il bambino sta vivendo nel passaggio del Rubicone. In questa classe è possibile e consigliato, in dialogo con il maestro di musica, cominciare l’approccio ad uno strumento. Se si procede con pazienza e perseveranza, giunto in classe V, il ragazzino ha la capacità e l’abilità acquisita di padroneggiare uno strumento musicale e le melodie che andrà suonando potranno portarlo a sempre maggiore soddisfazione. 

A partire dalla classe IV le lezioni di musica comprendono la “grammatica della musica”. Gli argomenti musicali, che finora hanno sempre proceduto in accordo, come accompagnamento e arricchimento di quanto sperimentato nella narrazione e quindi in rapporto al momento antropologico del bambino, ora sono messi in relazione anche a quanto viene studiato in matematica: le frazioni per cominciare. Alla notazione si aggiungono dunque la lunghezza delle note e il tempo musicale. Le leggi intrinseche della musica non sono studiate teoricamente ma suonando. Si fa uso della terza maggiore e minore, si entra nell’elemento del canone sempre più elaborato per giungere alla polifonia che verrà esercitata e goduta pienamente nell’anno d’oro della V classe.  

In classe VI, VII, VIII i ragazzi devono trovare il proprio orientamento in un campo che esprime qualità dell’anima. Come nelle classi precedenti, l’ascolto è altrettanto importante: fare musica e cantare con gli altri impone l’ascolto reciproco e dare vita ad un’orchestra che suona assieme è esperienza sociale che parla da sé e ha molto da insegnare. Quel molto vive nelle corde più profonde dell’anima e rimane bagaglio per la vita a venire. Inoltre, in questo periodo di crescita, in cui i ragazzi facilmente tendono a sperimentare una solitudine interiore, relazionarsi con gli altri per un obiettivo comune è importante sia dal punto di vista sociale che terapeutico. A questa età le lezioni di musica mirano anche ad avvicinare i ragazzi ai vari compositori e ai vari stili musicali in modo da comprendere e fare propria la composizione. 

Un percorso musicale come questo è molto diluito e può apparire poco allineato alle attuali richieste del mondo accelerato che viviamo. In realtà il processo che parte fin dal giardino d’infanzia, dove il canto accompagna qualunque attività quotidiana, cerca di rispondere all’intima evoluzione dell’essere umano, portando contributi corrispondenti, anche se poco visibili esteriormente. Con questo spirito, intriso di attesa e meraviglia per ogni piccola conquista, si giunge nelle ultime classi del ciclo I-VIII alla possibilità di condividere esperienze uniche con e nella musica, come il concerto delle VII classi che si svolge ormai regolarmente a Firenze, altre ricche esperienze in collaborazione con altre scuole, la rappresentazione teatrale dell’ultimo anno. Solo per citare alcuni esempi. Qualcosa che, per quanto invisibile, mai potrà abbandonare l’animo del ragazzo cresciuto attraverso una così grande passione e ricchezza musicale. 

Per il Collegio Insegnanti, Alessandra Fabris e Davide Drius








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