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La recita di VIII classe: L’uccellino Azzurro

In ottava classe, quale culmine del lavoro del lungo periodo passato insieme, e profondamente legato alle intime esigenze dell´animo del giovane di 14 anni, si mette in scena la RECITA DI OTTAVA.

Già dal dodicesimo anno, col cambio di passo dello sviluppo corporeo ed intellettuale e coll´introduzione delle materie scientifiche, il ragazzo si approccia a conoscere il mondo in molteplici modi.
Accanto alle arti, così importanti nell´evoluzione dell´animo infantile e non, al lavoro pratico manuale si inseriscono gli studi di fisica, chimica, mineralogia.
Dunque il giovane esercita arte, pratica manuale, intelletto e pensiero.

Ciò si riversa, in un modo del tutto speciale, nel lavoro di preparazione ed esecuzione della recita di ottava classe.
- valutazione dei possibili testi e scelta dell´opera da inscenare; approfondimento del pensiero dell´autore, dei suoi temi, del modo in cui lo vuol inscenare
- dar vita, colore e calore al personaggio, conformemente a quanto compreso; provare gesti, toni di voce, passi e sguardi
- individuare, scegliere e realizzare costumi, oggetti di scena e scenografie; individuare le musiche e gli stili

Un´opera d´arte totale coinvolge i ragazzi, gli insegnanti e i genitori, i professionisti del mestiere, gli ex genitori, gli amici tutt´attorno...
Un vera e piena comunità che opera in ogni settore: dal reperimento fondi alle giornate intensive per terminare le scenografie, dal montaggio luci nei teatri ai trasporti ad orari assurdi dei ragazzi da e per la scuola...

Nessuno, e questo ben sperimentano i ragazzi, potrebbe riuscire nell´intento senza gli altri.

E tutti si lanciano oltre se stessi. Alla fine, consapevoli d´aver dato più di quanto mai lontanamente prima credessero di poter dare, sono pronti per affrontare le superiori ed il mondo.

Quest’anno, l’VIII classe della scuola di Verona ha rappresentato “L’uccellino Azzuro”, l’opera teatrale del commediografo belga Murice Maeterlinck, rappresentata per la prima volta al Teatro d’Arte di Mosca nel 1908 sotto la regia di Stanislavsky. Soprattutto grazie a quest’opera, Maeterlinck fu insignito del premio nobel. 

I protagonisti sono i poveri Tytyl e Mytyl, fratello e sorella, figli di un taglialegna. Una notte nella loro camera da letto i due ricevono la visita della fata Berylune, che chiede loro di aiutarla a trovare l´uccellino azzurro della felicità, l´unico modo per guarire la sua nipotina, gravemente malata. Durante il viaggio in un mondo fantastico, i due fratelli ritrovano i loro nonni morti da tempo ed altri personaggi, tra cui la Luce, il Fuoco, il Pane, lo Zucchero, il Cane e la Gatta. Quest´ultima pur di salvare la sua indipendenza dall’uomo,  assieme alla Notte, agli spiriti degli alberi e degli animali, cercherà di impedire ai due protagonisti di trovare l’uccellino azzurro.


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